Herscher – Herscher

Herscher – Herscher

Il disco

  • Etichetta:Autoprodotto
  • Città:Clermont-Ferrand (Francia)
  • Genere:Drone Doom
  • Line Up:
    • Mat' Roadie (basso)
    • René Blacklisted (batteria)
    • Bud (tastiere)
Herscher – Herscher

Il drone doom è uno di quei generi dove la linea di demarcazione che separa il capolavoro dalla ciofeca è sempre stata alquanto sottile, soprattutto per la staticità derivata dal doom che in questo ambito viene esasperata sia dal punto di vista delle strutture musicali che da quello del risultato sonoro. Se a ciò poi aggiungiamo l’avversione da parte dei puristi – sia quelli che considerano persino i Trouble troppo «moderni», sia quelli che rifiutano l’utilizzo di qualsiasi tipo di influenza prossima all’elettronica – ecco che il drone doom occupa una ristretta nicchia all’interno di un panorama già di per sé limitato e storicamente poco portato ad accettare innovazioni o avanguardie di qualsivoglia tipo.

In questo angusto spazio si collocano i transalpini Herscher, un trio che, dopo la pubblicazione di due ep (Herscher nel 2010 e Pursuit nel 2012), arriva al primo eponimo full length, sei brani dalla consistente durata media forti di un songwriting abbastanza vario che mostra tracce di radici stoner in un suono che comunque non eccede né in direzione dei funerei estremismi degli impareggiabili compatrioti Monarch, né verso la monolitica oppressione dei superbi quanto prolifici Nadja.

Se infatti l’opener Old Lands è un ottimo esempio di modernizzazione di strutture doom piuttosto classiche, già dalla successiva Apocatastase la deriva si assesta, portando il tutto verso lidi più prossimi ai canoni del genere senza per questo esagerare con le parti elettroniche, come confermato dalle successive Electric Path, Skull’s River (che risulta però decisamente troppo statica) e dall’ammaliante Pétron, mentre la conclusiva Bandana si rivela essere un episodio interlocutorio il cui approccio quasi psichedelico poco o nulla aggiunge ad una tracklist comunque efficace.

Forse si potrebbe muovere qualche appunto ad una certa carenza di personalità che tende ad emergere dall’insieme dei brani, ma trattandosi dell’esordio su lunga durata è legittimo concedere l’appello al secondo album.

Tracklist

  1. Old Lands - 7'24"
  2. Apocatastase - 10'23"
  3. Electric Path - 7'01"
  4. Skull's River - 7'14"
  5. Pétron - 6'15"
  6. Bandana - 3'39"
  • Giudizio: Diligente
  • Valutazione: 7 / 10