Motörhead - Bad Magic - Metal Garage

Etichetta:UDR Music/Motörhead Records
Città:Londra
Genere:Rock ‘N’ Roll
Line Up:
- Lemmy (basso, voce)
- Phil Campbell (chitarra)
- Mikkey Dee (batteria)

Il quarantennale della creatura di Ian “Lemmy” Kilmister viene celebrato con il ventiduesimo album in studio (e con l’ennesimo tour mondiale) che mostra il trio in forma smagliante, nonostante i problemi di salute che hanno recentemente colpito il leader e fondatore di una band che sembra non avere alcuna intenzione di prendersi un attimo di riposo, né tantomeno di farsi da parte.

Le iniziali Victory Or Die e Thunder & Lightning sferrano all’ascoltatore un uno-due micidiale, con la seconda traccia che per un attimo sembra riportare l’orologio indietro di trent’anni (did you forget the Joker?). A seguire è la massiccia Fire Storm Hotel, che insieme a Shoot Out All Of Your Lights si candida a diventare un nuovo classico targato Motörhead, lasciando poi un po’ di respiro (si fa per dire…) con l’oscura The Devil (impreziosita dalla partecipazione di Brian May dei Queen) e dalla divertente Electricity prima di ripartire a razzo con Evil Eye e accelerare ulteriormente con Teach Them How To Bleed. A questo punto la pausa diventa quasi necessaria, compito affidato alla magnifica ballad Till The End, la cui intensità non abbassa per nulla il “tiro” dell’album, che prosegue con la micidiale Tell Me Who To Kill per poi sprofondare nell’abisso di Choking On Your Screams e risalire verso la luce con la splendida cavalcata di When The Sky Comes Looking For You, a mio avviso altro pezzo destinato a entrare nella storia. In chiusura, la sorprendente cover di Sympathy For The Devil dei Rolling Stones, inizialmente registrata per un documentario del wrestler Triple H ma poi finita nella tracklist di un album che conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – come tutti abbiano ancora molto da imparare da una band praticamente immortale. La macchina da guerra Kilmister/Campbell/Dee – per la prima volta coinvolti contemporaneamente nella fase compositiva – risulta perfettamente oliata, sparando tredici bordate in grado di collocare Bad Magic fra i migliori prodotti del loro ormai più che ventennale sodalizio (includendo i tre album in cui la formazione comprendeva anche il povero Würzel) e fra le più valide uscite di questo pur prolifico 2015.

Insomma, se fra tante nuove uscite alla fine è quasi sempre la vecchia guardia a proporre le cose migliori, qualche motivo ci sarà. E i Motörhead sono qui a dimostrarlo.