Korrigans​ – ​Ferocior Ad Rebellandum

Korrigans​ – ​Ferocior Ad Rebellandum

Il disco

  • Etichetta:Nementon Records
  • Città:Agro Pontino
  • Genere:Folk Metal
  • Line Up:
    • Thanatos (voce)
    • Torc (chitarre, bouzouki, tin e low whistle)
    • Spiorad (fisarmonica, tastiera)
    • Jakob (basso)
    • Solstafir (batteria)
Korrigans​ – ​Ferocior Ad Rebellandum

Ferocior ad rebellandum è uno degli album più interessanti degli ultimi mesi.

Non è un gran disco. La qualità del suono è bassa, il mixaggio fatica a far uscire la voce (e il cantato simil-black tendente alla Dani Filth non aiuta), molte canzoni sono troppo lunghe per le idee utilizzate e la narrazione finale è un po’ deludente. La tendenza del folk a riutilizzare i giri tradizionali, poi, a volte è esagerata: l’inizio de Il Baluardo non è simile al finale di Tegernako, È il finale di Tegernako (essendo entrambe basate sul Morrison’s Jig). Ci sono parecchie critiche doverose, quasi tutte concentrate sulla qualità del lavoro di studio o sulla scelta di una lunghezza media esagerata che spreme le idee fino allo stremo, e non è possibile raccomandarlo senza dover inserire una clausola alla fine del discorso.

E allora perché, nonostante tutto, non riesco a togliermelo dalla testa?

Perché i Korrigans credono nel loro genere. Perché, alla fine della fiera, non fanno “power col violino” come molti gruppi folk degli ultimi anni, ma riescono a crearsi un suono personale basato solo su giri di fisarmonica e strutture heavy tradizionali chiaramente influenzate dal black (per quanto ancora lontane dall’adottare pienamente i canoni del genere). Condensando il suono nei pochi elementi fondamentali necessari – e un’occasionale bouzouki – riescono a raggiungere il raro obiettivo di costruirsi un’identità personale: la title track è un esempio di questo forte senso di unità, tra cori, passaggi acustici e con un “Volsci in armi!” che evoca piacevoli memorie del “Guerrieri Orobici!” che ha lanciato i Folkstone, altra evidente influenza del gruppo. Pezzi scanditi come Corbium Capta Est o Iter Bellicum I e II danno il ritmo dell’album, molto più interessato al ritmo da passi guerrieri che ai brani incalzanti e da ballo popolare come Bacchanalia, il cui tempo varia infatti parecchio lungo le sezioni da cui è composto. Rebellio spezza l’andatura con un coro maschile molto ben realizzato, e il tutto ha una sorprendente unità d’insieme per un gruppo al loro debutto, con l’eccezione di introduzione e chiusura, affidate a una seminarrazione sulla cui effettività ho ancora parecchi dubbi.

Se mi capita una loro canzone sottomano, insomma, sono subito in grado di dire “ah, questa è di sicuro dei Korrigans”, e per un gruppo underground non c’è complimento più grande.

Ci vogliono anche due palle così a fare un disco solo in italiano (e latino), e a ottenere testi che non risultino forzati. I testi sono forse la parte migliore: anche qui la qualità è altalenante, ma se c’è qualcosa di chiaro fin da subito è che i Korrigans ci mettono parecchio impegno. Il tema della guerra tra Volsci e Romani è evidentemente qualcosa in cui sono disposti a gettare l’anima, e anche se lascia parecchie domande irrisolte (perchè chiamarsi come un mostro del folklore bretone? Perchè i nomi dei membri del gruppo derivano da cultura islandese, gaelica e greca antica? In un disco così legato al territorio, stona parecchio), non si puo’ dire che non sia sfruttato al meglio, con alcune rime in particolare nella title track che colpiscono parecchio. Inoltre, qualunque gruppo usi un latino grammaticalmente corretto guadagna automaticamente mezzo punto in più nella mia scala (coffcoffiltestodiDeMysteriisDomSathanasnonvuoldì’nafavacoffcoff). Non ho fisicamente il tempo di controllare attentamente ogni frase, ma non c’è nessun momento in cui pare usato solo perchè il latino nel black suona figo, e sono davvero felice di questo. Qualche anno di miglioramento vocale, un po’ più di cura nel suono delle chitarre e nella stesura di testi e canzoni (meno rime baciate, per favore, sono una pugnalata al timpano), e potremmo avere una piccola rivelazione nel panorama sempre più popolato del folk metal nostrano.

Conclusione: Ferocior ad Rebellandum è, lo ripeto, uno degli album più interessanti che mi siano capitati in questi mesi. Non aspettatevi assolutamente un capolavoro, o una rivelazione, o qualcosa in grado di smuovere la scena nazionale, ma fareste un grosso errore a non tenere d’occhio il gruppo. Se prendono la strada giusta potrebbero diventare qualcosa di importante.

Tracklist

  1. Proemio - 2'58"
  2. Latium Vetus - 6'40"
  3. Il Baluardo - 4'57"
  4. Iter Bellicum I' L'Aruspice - 4'22"
  5. Iter Bellicum II' Le Saturnie Mura - 8'44"
  6. Corbium Capta Est - 5'10"
  7. Bacchanalia - 5'56"
  8. Rebellio - 1'51"
  9. Ferocior Ad Rebellandum - 5'10"
  10. L'Animo Degli Eroi - 6'25"
  • Giudizio: Sincero
  • Valutazione: 7 / 10