Sirenia – Dim Days of Dolor

Sirenia – Dim Days of Dolor

Il disco

  • Etichetta:Napalm Records
  • Città:Stavanger (Norvegia)
  • Genere:Gothic metal
  • Line Up:
    • Morten Veland (voce, chitarre, basso, batteria, tastiere, programmazione)
    • Emmanuelle Zoldan (voce)
    • (Guest) Joakim Næss (voce in Dim Days of Dolor e Veil of Winter)
    • (Guest) Damien Surian, Mathieu Landry, Emilie Bernou (cori)
Sirenia – Dim Days of Dolor

Dopo l’intervista con il nostro caro Morten, andiamo a vedere nello specifico come si presenta Dim Days of Dolor.

Questo album scritto e registrato nel 2016, si presenta come una novità dal punto di vista dell’uso dei cori e della voce di Veland. È infatti possibile, ascoltando i brani, che il coro e Veland abbiano fatto di tutto per lasciare spazio alla voce di Emmanuelle Zoldan, la mezzosoprano diventata vocalist della band dopo l’abbandono di Aylin Gimenéz. Andiamo a scavare un po’ nei brani.

Goddess of the Sea è un brano teatrale. Abbiamo qui un tipico orchestra+coro+string+soprano. Anche se non dispiace, il primo impatto con la voce della Zoldan richiede il tempo necessario per abituarsi; Dim Days of Dolor scorre molto piacevole. Il brano è stato composto con una precisione maniacale, niente punti morti, niente tempi dispari messi lì a caso, è un pezzo che prende parecchio.

The 12th Hour è molto frenetica e presenta una parte vocale cantata da Veland decisamente più aggressiva dei brani precedenti. Distorsioni azzeccate insieme ai vocalizzi fanno tanto effetto casa stregata. E poi nulla, parte un intermezzo quasi dance anni ’80 che ho personalmente adorato. Elusive Sun è il brano più epic che non può mancare mai, così come Ashes to Ashes. Cloud Nine è macabra al punto giusto, rispecchiando un po’ l’intento dell’artwork.

Treasure n’ Treason è un buon brano da metà album. Ha delle sonorità che lasciano un po’ perplessi all’inizio: parliamo di cori, string, orchestra e poi, improvvisamente, effetti anni ’80, per poi tornare a coro, orchestra, metal. Interessante.

Veil of Winter parla di sogni e speranze infrante, con un’importante parte di piano che rende il brano malinconico e triste. Playing with Fire e Fifth Column danno più spazio alla voce rude e aggressiva di Veland, che aveva lasciato spazio alla nuova cantante per esprimersi al meglio. Aeon’s Embrace chiude l’album dolcemente, riportandoci un po’ ai Sirenia del passato. Bella la versione francese presente nel bonus track, seppure un po’ melliflua.

Piccola nota dolente: pur non volendo star sempre lì a punzecchiare la cantante, la Zoldan ha una voce nasale un po’ alla Anna Oxa dei bei tempi. Non so quanto sia stata una scelta azzeccata, ma mi potrei sbagliare.

Considerazioni finali: quando la cantante ti molla a metà registrazioni rischi sempre che vada tutto in malora. Veland & Co. sono riusciti a comporre un album di una precisione disarmante senza avere idea di chi avrebbe cantato i brani e hanno fatto un lavorone.

In questo album niente è casuale, il concept è preciso, i suoni sono giusti, le canzoni sono delle botti di ferro che non perdono da nessuna parte.

Ci piace? (non è pluralis maiestatis, ma un riferimento a me e alle mie varie personalità) Sì.

Tracklist

  1. Goddess of the Sea - 4'41"
  2. Dim Days of Dolor - 4'40"
  3. The 12th Hour - 6'37"
  4. Treasure n' Treason - 4'54"
  5. Cloud Nine - 5'14"
  6. Veil of Winter - 5'29"
  7. Ashes to Ashes - 4'36"
  8. Elusive Sun - 5'22"
  9. Playing with Fire - 5'05"
  10. Fifth Column - 6'02"
  11. Aeon's Embrace - 3'55"
  12. (Bonus track) Aeon's Embrace (French version) - 3'55"
  • Valutazione: 7 / 10