Grai – Mlada

Grai – Mlada

Il disco

  • Etichetta:Noizgate Records
  • Città:Naberezhnye Chelny, Tatarstan (Russia)
  • Genere:Folk Metal
  • Line Up:
    • Irina Zybina (voce)
    • Aliya "Leta" (voce, flauto)
    • Ilnur Zarev (batteria)
    • Yuri "Sadist" (basso, growl, scacciapensieri)
    • Vitold Buznaev (chitarra)
    • Ruzel "Ruzveld" (chitarra)
Grai – Mlada

Via il dente, via il dolore: non trovo che Mlada sia un album al livello della precedente produzione dei Grai. Non che sia un brutto album, anzi – resto dell’idea che i Grai siano uno dei pochi gruppi in grado di fare folk in maniera più divertente e rilassata rispetto al resto della scena – ma l’impressione che il suono si sia allontanato da ciò che me li ha fatti amare è difficile da negare. È una cosa negativa? Non per forza.

Ma andiamo con ordine. La band, fondata nel 2005 in quel di Набережные Челны (Naberezhnye Chelny), Russia, ha già una rispettabile carriera alle spalle, con il loro precedente О Земле Родной (About Native Land) che si è guadagnato un posto d’onore nella mia personale classifica folk. Il suono era molto più allegro della media, evocando feste di mezz’estate e fiabe piuttosto che campi di battaglia e viscere, trascinato dal coro femminile e da onnipresenti flauti con temi che restavano in testa.

Cos’è cambiato con Mlada? L’impressione è che i Grai stiano cercando un’evoluzione, ma non abbiano bene deciso in che direzione. La voce growl sio presenta come protagonista in apertura, con coro posizionato come supporto, ma il problema della ripetitività che aveva nel disco precedente ancora non è stato risolto – le linee vocali maschili sono virtualmente identiche lungo tutto il corso dell’album. Ci sono inserti acustici da festa di paese in Beard ed Hunt, ma bisogna aspettare la title track Mlada prima di tornare al massimo livello di sfruttamento di quella che si rivela la vera potenza del gruppo: l’uso della voce femminile. Da qui i Grai decidono di giocare in casa, e il risultato ha un impatto di gran lunga maggiore.

Ci sono più rischi in questo album. La band cerca spesso di spezzare la ripetizione e il ritmo, guardando vagamente ad altri generi ed inserendo passaggi ritmicamente in pulito, ma l’impressione è che ci sia poca energia dietro. Si sente il passato che pesa in un brano come Hay Harvest: si colloca in una diretta linea di discendenza col loro precedente lavoro, anche tematicamente (il titolo significa La Raccolta Del Fieno). Un brano rapido, divertente, in cui i musicisti si stanno chiaramente dando da fare e le voci femminili dominano.

Non che il resto dell’album sia tutto da buttare, anzi. È materiale di qualità, in grado di soddisfare il palato dei fan del genere, ma si inizia a percepire una certa fatica – troppo spesso i brani si somigliano tra loro, e alcuni riff o reel lasciano un po’ il tempo che trovano. È comprensibile, dopo tre album, e si sente che il gruppo sta cercando di affrontare il problema spingendosi in direzioni diverse.  I Will Sow My Sorrow è una canzone dolce, lenta, che approda a atmosfere da power ballad rock, da accendini accesi in aria. Il lavoro vocale resta superbo, e c’è chiaramente studio dietro, ma non è un album che ti cambia la vita. La band insegue un’idea che non c’è, ma trova spunti interessanti lungo la strada.

Si dice che sia difficile scrivere il seguito di un buon album, e i Grai lo confermano. Mlada è un  lavoro competente che, per quanto personalmente io non abbia apprezzato tanto quanto About Native Land, scorre piacevolmente e resta una ventata fresca. Rapido, allegro, contadino e vocalmente superbo – almeno per quanto riguarda il gentil sesso. Consigliato? Si, anche se meno del precedente. Sono molto curioso di vedere dove intendano andare adesso.

Tracklist

  1. Beard - 4'46"
  2. Hunt - 3'48"
  3. Mlada - 4'09"
  4. Hugging the storm - 3'38"
  5. Hay harvest - 4'31"
  6. Get back - 4'01"
  7. I will sow my sorrow - 4'43"
  8. Fortress (instrumental) - 4'52"
  9. Outro - 2'54"
  • Valutazione: 7 / 10