Il disco
- Etichetta:Napalm Records
- Città:Bielefeld (Germania)
- Genere:Symphonic Metal
- Line Up:
- Dianne van Giersbergen (voce)
- Philip Restemeier (chitarra)
- Marco Heubaum (chitarra)
- Steven Wussow (basso)
- Gerit Lamm (batteria)
Dopo quasi un anno dall’ultimo album, la symphonic band tedesca ci propone un EP in cui sperimenta un mix di inediti, re-recondings e cover.
“Fire&Ashes” riprende ciò che era stato iniziato con “Sacrificium” nel 2014. Le sonorità degli Xandria vanno via via raffinandosi, segno di un’esperienza maturata dopo quasi diciotto anni di carriera.
La copertina di “Fire & Ashes” rappresenta un violoncello alato che brucia assieme ad uno spartito, quasi a voler rappresentare il continuo rigenerarsi dello spirito del gruppo che continua a bruciare e rinascere dalle proprie ceneri.
L’EP si presenta come una raccolta contenente tre brani inediti “Voyage of the Fallen”, “Unembraced”, “In Remembrance”, due re-recording, “Now & Forever” e “Ravenhearth” tratti da India (2005) e Ravenheart (2004) e due cover “Don`t Say A Word” (Sonata Arctica) and “I would do anything for love (but I won’t do that)” (Meat Loaf).
La voce di Dianne Van Giersbergen conferma che il soprano drammatico in una band symphonic rimane una delle poche certezze della vita, e in questo EP la stabilità, la struttura, il volume e la potenza della sua voce si sentono tutti.
Il primo brano inedito “Voyage of the Fallen” è un pezzo puramente symphonic. Le orcherstazioni sono relativamente poco complesse, ma mantengono un buon effetto “tappeto” che si rende necessario per non caricare troppo un brano che beneficia già di intense parti corali che ricordano gli inni sacri. La Van Giersbergen interpreta il pezzo splendidamente e si lascia andare a vocalizzi malinconici. Nel complesso un pezzo dal ritmo incessante che impedisce all’ascoltatore di prendere fiato per quasi cinque minuti.
“Unembraced” lascia perplesso per pochi secondi chi, come me, non ama le sonorità elettroniche in determinati pezzi. Passata la perplessità, il brano presenta delle chitarre più “graffianti” rispetto al precedente, le quali dominano il brano sopra le orchestrazioni e gli intermezzi di piano. Anche qui, il ritmo incessante lascia l’ascoltatore leggermente ansimante alla fine del pezzo.
In “In Remembrance” Dianne Van Giersbergen interpreta un pezzo vocalmente più sostenuto e orchestralmente più complesso nel ritornello. Il brano è estremamente dolce nella prima parte dove piano e violoncello aggiungono un tocco molto malinconico per poi proseguire in un crescendo fino al ritornello dove la parte vocale e strumentale diventano un connubio incantevole, intervallato da un altrettanto malinconico assolo.
“Ravenheart”e “Now & Forever” vengono riproposte dotate di una potenza che non presentavano in passato, perlomeno non in queste proporzioni. Tutto, dal doppio pedale, alle orchestrazioni, alle chitarre, è tanto fiabesco quanto potente. E la Van Giersbergen fa un ottimo lavoro spingendo la sua voce in vocalizzi incantevoli.
Infine, le due cover sono un interessante esperimento. “Don’t Say a Word” è forse leggermente troppo bassa per le corde della cantante che appare leggermente in difficoltà nella strofa, ma recupera nel bridge e nel ritornello dove il brano alterna egregiamente gli stili symphonic/power. “I would do anything for love (but I won’t do that)” è una cover molto ben riuscita, anche considerando la differenza dei due stili Xandria/Meat Loaf. La band è riuscita a conservare l’atmosfera del pezzo originale grazie alla duttilità della voce della Van Giersbergen.
L’EP manda un chiaro messaggio della band la quale mostra una ritrovata compattezza del gruppo dopo il cambio di testimone della Kraller. Compattezza già ampiamente dimostrata con Sacrificium.
È un lavoro che riesce a mostrare comunque una propria originalità in tempi in cui il symphonic fatica a non cadere nel trito e ritrito. Le sonorità, per quanto prevalentemente classiche, vengono tenute insieme da una vocalità potente e un binomio doppio pedale/chitarre molto ben riuscito.
Le re-recordings sono allo stesso tempo un bene e un male. È pur vero che la qualità del suono, della registrazione e il cambio di voce danno punti in più, ma allo stesso tempo spingono l’ascoltatore a inutili paragoni con le cantanti precedenti, altra cosa fin troppo vista ( e sentita) nel symphonic. Da un punto di vista di “ritorno alle origini” però, riproporre due brani di dieci anni fa si ricollega direttamente al discorso di unità e compattezza del gruppo che è riuscito a evitare eccessivi scossoni dopo il cambio di cantante e a mostrare un non indifferente processo evolutivo.
Nel complesso un buon EP.
Tracklist
- Voyage Of The Fallen
- Unembraced
- In Remembrance
- I'd Do Anything For Love (But I Won't Do That) (MeatLoaf Cover)
- Ravenheart (Remake)
- Now & Forever (Remake)
- Don't Say A Word (Sonatica Arctica Cover)
- Valutazione: 7 / 10