Tharaphita – Ülestõus

Tharaphita – Ülestõus

Il disco

  • Etichetta:Vaarang Records
  • Città:Rakvere
  • Genere:Blackened Pagan
  • Line Up:
    • Ank (voce, chitarra)
    • Benton (chitarra)
    • Draconic (chitarra, synth, voce)
    • Brutalis (basso)
    • Melu – (batteria)
Tharaphita – Ülestõus

Ülestõus è uno di quei dischi di cui trovo molto difficile parlare.

Il motivo principale è perché è pensato per un tipo di pubblico molto specifico: siamo di fronte al pagan tradizionale, nel senso di “legato alle tradizioni e usanze del luogo da cui i membri del gruppo provengono”, e chiaramente è questa la spinta principale. Il cantato è in estone, e lo stesso nome del gruppo deriva da una figura della mitologia dell’Estonia. Da questo punto di vista ammetto che c’è un certo fascino underground, e sono convinto che il disco finirà in parecchie collezioni di interessati. Concettualmente, io stesso ne sono abbastanza intrigato da apprezzarne l’ascolto fino alla fine.

Ero partito con l’intenzione di inserire un “ma” a questo punto, però a un secondo ascolto non c’è nulla che mi faccia veramente storcere il naso. L’album è scritto in maniera molto competente, e si sente una ventennale esperienza in come le canzoni sono state costruite. Le varie sezioni, costruite su un incrocio di black e thrash vecchia scuola, si inseriscono con buona continuità l’una dentro l’altra e permettono al disco di scorrere veloce, senza mai fermare il groove in maniera evidente.

La voce è estremamente black, e qui parliamo della mia unica critica: vorrei che l’album fosse più pesante. C’è una tendenza a seguire un filone black thrash più improntato a una vicinanza heavy, mentre mi sono spesso trovato a sperare che le canzoni prendessero una piega più violenta. Non sono un fan di blast beat e chitarre a tremolo, ma mi sono trovato a sperare si avvicinassero più al black che all’heavy/thrash in più di un cambio di ritmo. Sõnad Sõlmedesse è un ottimo esempio di come mi sarebbe piaciuto fosse tutto il disco: la ripetizione ossessiva del thrash unita agli accordi discordanti del black, a formare qualcosa che cancella le tendenze più atmosferiche in un blackened thrash da pogo spinto. Gli assoli in generale non sono gran cosa, apprezzabili ma che avrebbero potuto trarre beneficio da un po’ di cattiveria e tecnica in più.

La title track è un’ottima introduzione, presentando l’attenzione ai riff tipica del thrash insieme a un efficiente hook basato sul titolo. Ossessiva, aggressiva, resta la mia preferita tra tutte, anche grazie alle influenze nella struttura che rimandano al black più truce. Altri brani come Tuuled Rändavad Ringi spostano la focalizzazione su una specie di crossover, con assoli più melodici e momenti di calma, che non rendono al massimo accoppiati con la voce estrema del cantante. Ci sono occasionali accenni di tastiere e chitarre acustiche in brani come Luupainaja, ma servono più a supportare le chitarre che a creare delle vere e proprie parti e alla fine tutto l’album finisce per essere basato sull’accoppiata chitarre-batteria.

Il disco fila comunque piacevole, anche se non posso fare a meno di chiedermi che effetto avrebbe se avessero tagliato la fuffa e si fossero concentrati sul portare all’estremo tutto l’insieme sonoro. Ma alla fine, posso davvero criticare un album perché non è quello che avrei voluto sentire? Ülestõus è un album solido, e sebbene mi ci sia trovato più come con un aperitivo che con un pasto vero e proprio, qualcosa che ti soddisfa ma ti fa venire voglia di un piatto più sostanzioso, resta un disco che gli interessati al pagan dovrebbero tenere d’occhio, fosse solo per l’unicità del tema.

Tracklist

  1. Ülestõus (Uprising)
  2. Viimsepäeva koidik (The Dawn of Armageddon)
  3. Luupainaja (The Nightmare)
  4. Tuhandeaastase orjaöö tuhast (From the Ashes of a Thousand Years of Slavery)
  5. Sõnad sõlmedesse (Knotting the Words)
  6. Surma-arbujad (Sorcerers of Death)
  7. Tuuled rändavad ringi (Winds Wander)
  8. Terasest taotud teel (On a Road Made of Steel)
  • Valutazione: 7 / 10