Il disco
- Etichetta:Peaceville Records
- Città:Stoccolma (Svezia)
- Genere:Progressive Metal
- Line Up:
- Anders Nyström (chitarra)
- Jonas Renske (voce)
- Niklas Sandin (basso)
- Daniel Mollanen (batteria)
- Roger Öjersson (chitarra)
Il ritorno dei Katatonia dopo quattro anni di silenzio viene sancito da un disco splendido, che conferma la band svedese – se mai ce ne fosse stato bisogno – fra le realtà più solide e al tempo stesso entusiasmanti del panorama musicale grazie a brani che rimangono efficaci pur orientandosi in direzioni spesso distanti.
Personalmente non ho mai condiviso la diffusa scelta di inserire i Katatonia nel calderone «goth», ritenendoli invece una formazione forte di ottimi musicisti con evidenti basi metal impegnata da sempre nel cercare di crescere e migliorare senza precludere alcun tipo di soluzione, di opportunità, di esperimento. Per capirci, un anno fa si è fatto un gran parlare del ritorno dei Tool, attesa febbrile delusa da un lavoro in fin dei conti mediocre, e non solo per il rapporto fra quanto prodotto e il tempo impiegato a realizzarlo: ecco, partendo da questa immagine, ritengo che i Katatonia siano riusciti là dove Keenan & Co. hanno fallito, ovvero nel confezionare un disco di altissimo livello frutto di un songwriting formidabile, oltretutto con episodi (Flicker, Neon Epitaph) di una qualità tale che gli (un tempo giustamente) osannati americani oggi possono soltanto sognarsi.
Non che gli svedesi abbiano stravolto la loro natura, mantenendo anzi saldi contatti con l’airplay pù raffinato (Vanishers e il singolo The Winter Of Our Passing) spingendosi anche in un simile contesto verso confini arditi (non so perché, ma l’ascolto della raffinatissima City Glaciers mi fa pensare a David Sylvian). Ed è forse qui la forza dei Katatonia, ovvero il potersi permettere di esplorare sonorità e ambienti distantissimi fra loro senza il timore di cogliere qualche segnale dal passato (Opeth, Queensrÿche, Anathema…), senza mai accantonare la propria identità, la loro essenza, la loro anima e senza mai perdere quell’equilibrio che solo i grandi musicisti riescono a mantenere anche quando si lanciano in nuovi volteggi, magari in previsione del nuovo, prossimo spettacolo.
Tracklist
- Heart Set to Divide – 5’29”
- Behind The Blood – 4’37”
- Lacquer – 4’42”
- Rein – 4’20”
- The Winter Of Our Passing – 3’18”
- Vanishers – 4’56”
- City Glaciers – 5’30”
- Flicker – 4’44”
- Lachesis – 1’54”
- Neon Epitaph – 4’31”
- Untrodden – 4’29”
- Giudizio: Bilanciato
- Valutazione: 8 / 10