Intervista a Lisy Stefanoni (Evenoire)

Intervista a Lisy Stefanoni (Evenoire)

Aironi: è questa la traduzione italiana di Herons, titolo del secondo album degli Evenoire, band cremonese che si sta rapidamente affermando nella scena folk-metal italiana. Herons è uscito il 15 aprile in USA, Europa e Giappone. Come nel precedente Vitriol i brani nascono dal lavoro del bassista Marco Binotto per le musiche e della cantante Elisa “Lisy” Stefanoni per i testi. E proprio con Lisy ho avuto il piacere di parlare di questo interessante lavoro, del quale uscirà nei prossimi giorni la mia recensione.

Com’è nato Herons?

La lavorazione di “Herons” si è svolta più o meno nell’arco di un anno e mezzo, con l’idea di proseguire e sviluppare le idee di Vitriol, del quale Herons rappresenta un’evoluzione. Il sound si è fatto più massiccio, senza aver perso le caratteristiche Evenoire di base come i passaggi prog, la componente folk e le orchestrazioni sinfoniche. Diciamo che è un disco un po’ più chitarristico.
Come chi ci segue sa, i testi di Vitriol erano legati all’elemento alchemico dell’acqua, traendo spunto da leggende del Nord Italia ambientate su laghi, fiumi, specchi d’acqua. In Herons a guidarci è stato il fuoco, elemento simbolo di purificazione e rinascita, legato a tutti quei riti che si svolgono attorno ad un falò, e alle creature infernali e demoniache. Per questo anche l’artwork è dominato dal colore rosso.

E tutto questo come si collega con la presenza degli aironi in copertina e con il nome dell’album? (heron è il nome inglese dell’airone, N.d.A.)

Gli aironi sono legati al sole, quindi anche al fuoco. Secondo una leggenda egizia sono nati dal sacro fuoco che ardeva sulla collina di Eliopoli, e sono stati i primi animali a emergere dal caos primordiale. Il loro spiccare il volo mimava il sorgere del sole, erano considerati animali sacri, poiché il loro ritorno sul Nilo era festeggiato ogni anno come portatore di prosperità. Sono animali da sempre considerati veicolo di positività, e con la nostra musica vogliamo trasmettere energie positive. Gli aironi sono inoltre tipici delle nostre pianure, ci affascinano con la loro compostezza e si legano quindi alle nostre terre.

Quali sono secondo te i cambiamenti o le novità più rilevanti rispetto a Vitriol sul piano prettamente musicale?

Quando componiamo tutto avviene spontaneamente, non programmiamo nulla. In generale non ci sono scelte calcolate, è tutto frutto di una naturale evoluzione. La componente orientaleggiante è ancora presente, come nelle melodie di The Newborn Spring e nei flauti di When The Sun Sets. Le novità credo siano un sound più aggressivo, riff di chitarra più massicci e un cantato che si fa più graffiante. La presenza della chitarra è maggiore e ci sono più assoli, grazie all’arrivo dopo le registrazioni di Vitriol di Toshiro Brunelli come secondo chitarrista.

Rilevante all’interno dei testi è il ruolo del femmineo. Love Enslaves, Tears Of Medusa, The Lady Of The Game… Fino a Wild Females, che sembra una vera (auto)celebrazione del fascino femminile.

Hai ragione, mi ha sempre affascinato il ruolo del femmineo come potenza creatrice/distruttrice. La duplicità insita nella natura femminile è stata decantata fin dall’antichità da scrittori, poeti artisti. Il ruolo della donna nella storia è stato spesso accantonato, ma l’elemento femminile è sempre stato massicciamente presente nella spiritualità pagana e antica alla quale mi sento legata.

Ok, adesso parliamo un po’ degli ospiti presenti nell’album?

Linnéa Vikström, corista dei Therion che duetta con me sul brano Tears of Medusa, l’ho conosciuta nel tour europeo che ho fatto a dicembre di spalla a Therion e Arkona come corista dei Sound Storm. Ha registrato a Stoccolma col bassista dei Therion Nalle Påhlsson e ci han poi spedito i files. Riccardo Studer degli Stormlord e Filippo Sasha Martignano di Echotime e Synful Ira che si sono occupati degli arrangiamenti tastieristici. Inoltre sono presenti anche mio padre Massimo Stefanoni, che suona il sax in When The Sun Sets, e il tastierista cremonese Davide Bislenghi, già arrangiatore della gran parte delle tastiere di Vitriol, che ha arrangiato Season of Decay.

E quali programmi avete per il futuro?

Quest’estate faremo alcuni festival in Italia: sabato 31 maggio suoneremo coi Leaves’ Eyes al Pegorock in provincia di Mantova, il 21 giugno all’Arezzo Celtic Festival, il 1 agosto al Malpaga Folk vicino a Bergamo, 22 Agosto all’Isola Rock vicino a Verona, e in ottobre saremo in Belgio al prestigioso Metal Female Voices Fest. Molte altre date comunque sono in attesa di conferma, un altro grande festival italiano sarà annunciato a giorni, quindi invito i lettori di Ironfolks a tenere d’occhio la nostra pagina facebook e il sito www.evenoire.it. A breve gireremo un video, e poi inizieremo a scrivere il terzo album. Inoltre cercheremo di organizzare anche altre date in Europa per l’autunno.

Chiudi con un saluto ai lettori di Ironfolks.net

Mi sento in dovere di ringraziare il popolo folk, che ci fa sentire sempre apprezzati nonostante non suoniamo puramente folk metal, grazie a te Andrea per l’intervista, a Davide e a tutto lo staff per lo spazio! Grazie a chi ci supporta dall’inizio e chi ci ha scoperto da poco, ci si vede ai nostri prossimi live!